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ALBERO GENEALOGICO – DINAMICHE FAMILIARI

By 14/01/2016Aprile 28th, 2020No Comments

Jesús Casla
Terapeuta di BioNeuroEmozione –
Decodifica Biologica
e Ipnosi Clinica Riparatrice

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Noi tutti siamo un sedimento del nostro albero genealogico, portatori vivi degli insegnamenti, delle lealtà invisibili e segrete del nostro clan. Siamo un anello della catena che ci unisce ai nostri antenati. Per questo motivo, abitualmente, per indagare e scoprire la logica dell’albero genealogico occorre realizzare una lettura ed una interpretazione trasversale di ciò che esige una comprensione globale. E’ anche certo che la lettura orizzontale dell’albero, prestando attenzione alle relazioni esistenti fra collaterali (genitori, fratelli, zii, cugini, ecc.), apporta informazioni di gran valore per ottenere questa panoramica dell’albero, perché a volte, per via della eredità transgenerazionale, riproduciamo attraverso le relazioni con i membri di clan della nostra generazione conflitti e affinità delle generazioni passate. E’ necessario pertanto prestar attenzione alle relazioni endogene ed ai sottogruppi che si formano fra membri del proprio clan, perché esprimono dinamiche determinate per comprendere le relazioni esistenti nel clan familiare, e pertanto mettono chiarezza sulla vita ed i segreti dei nostri antenati. Nell’analisi transgenerazionale si reputa necessario che l’assenza di informazioni sopra i nostri antenati è di per se stessa una informazione da tenere in conto, perché evidenzia la esistenza di segreti e di cose non dette in famiglia. Lo studio delle dinamiche familiari della nsotra generazione come prolungamento di dolori pendenti, dei traumi, dei conflitti, delle affinità e dei segreti ancestrali, mette in chiaro le vicissitudini occulte del clan.

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Dinamicne familiari: lettura orizzontale dell’albero genealogico

Il posto che ogni membro occupa nella famiglia con i suoi diritti ed i suoi doveri, determina il suo status ed il suo ruolo non solo in seno alla famiglia ma anche nell’ambito più largo rappresentato dal clan. Gli status tradizionali sono quelli della Madre e del Padre. Biologicamnte la figura materna assume la responsabilità di soddisfare alle necessità fisiologiche ed affettive dei figli affinché essi siano gradualmente in grado di sopravvivere da soli. La figura paterna, per parte sua, assume la funzione di provvedere alla famiglia. Questi ruoli che per millenni sono stati differenziati nitidamente, oggi hanno subìto cambi sostanziali e la differenziazione non è più tanto percepita. Benchè nella famiglia sia inevitabile una delimitazione territoriale fra il Padre e la Madre, la forma di questa ripartizione viene determinata in ogni società da questioni culturali, poiché vi sono società in cui i ruoli del Padre e della Madre si sono evoluti e la responsabilità e le funzini rispettive sono cambiate. In altre società matriarcali o patriarcali, i ruoli e lo spazio permangono chiaramente definiti. Per esempio nelle società marcatamente matriarcali il padre usufruisce di un potere territoriale minore nella famiglia, ragion per cui ricerca un sito proprio e privato (un suo spazio) fuori dalla famiglia.

Diade e Triade

Nell’analizzare le dinamiche familiari che sorgono fra membri dello stesso albero genealogico dobbiamo tener conto se si tratta di individui dello stesso livello, vale a dire, della stessa generazione (Padre – Zio, Fratello – Sorella, ecc… ) o di livelli diversi , vale a dire persone di distinte generazioni (Madre – Figlio, Padre – Nonno, ecc…). Però il fattore determinante nell’anallizzare la dinamica familiare è il numero delle persone implicate in questi sottogruppi del clan. Bisogna riferirsi, pertanto, in primo luogo alla diade, unità relazionale basica e più piccola del clan. La diade implica due persone dello stesso o di differenti livelli generazionali (Padre – Madre, Padre – Figlio, ecc… ). La dinamica in cui sorge ed il suo sviluppo sono molto determinati dalla eredità transgenerazionale; quasi sempre riproducono o prolungano relazioni e affinità preesistenti in altri livelli dell’albero genealogico.

Le relazioni nella diade possono essere di affinità o, al contrario, di confrontazione, però sempre riflettono una eredità tramandata dai predecessori. Perché quale che sia il clima della relazione prevalente nella diade, ogni attore apporta a questa relazione il prolungamento delle attitudini e dei comportamenti di uno o di vari antenati. Quindi occorre interpretare un conflitto fra due persone dello stesso clan e della stessa generazione in continuità con un’altra relazione di rivalità che esistette in generazioni precedenti.

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La successiva unità basica che determina la dinamica familiare è la triade, che comporta tre membri del clan. La triade primaria e la più abituale è quella formata da Madre-Padre-Figlio/a. Qui dobbiamo tener conto del concetto di triangolazione creato dallo psichiatra statunitense e teorico della trasmissione trangenerazionale Murray Bowen. In rrealtà tutto il sistema familiare è il risultato della sovrapposizzione di triangoli successivi. Al triangolo base (Padre-Madre-Figlio/a) se ne vanno aggiungendo altri se arrivano altri figli o quando si strutturano famiglie raggruppate a causa di separazioni o divorzi. Con la crescita della famiglia, alle triadi di base iniziali si aggiungono quelle che via via generano gli stessi figli fra loro o quelle integrate fra due figli ed uno dei genitori.

Evidentemente nelle diadi e nelle triadi bisogna dar per acquisito che abitualmente non tutti gli attori posseggono la stessa percentuale di potere. E’ perciò necessario essere consapevoli delle diadi e triadi esistenti nella dinamica familiare non solo per conoscere la ripartizione delle forze e la creazione di barriere, ma anche per comprender le forme e le influenze con le quali siamo stati o siamo tuttora plasmati, poiché non tutte sono benefiche per gli attori che le ricevono.

Uno dei pericoli più frequenti delle triadi è, per esempio, la tendenza che possono avere i padri a proiettarsi di più sul secondo figlio che sul primo se essi sono nati per secondi, o sopra il maggiore o il beniamino secondo il rango di fratellanza que essi stessi occuparono. Risulta interessante come esercizio analizzare e descrivere la triade di nostra madre con i suoi genitori e fratelli e quella di nostro padre con i suoi. Che ripartizione di forze vi è stato? Che equilibrio o disequiibrio di affinità esisteva? Che debiti non saldati del clan o programmi inconsapevoli stava riflettendo o prolungando ciascuno di loro?

Alleanze e coalizioni.
In certe occasioni, valori, sentimenti o progetti avvicinano ed uniscono vari membri del clan in alleanze; però in altre occasioni , principalmente nelle triadi, sorgono coalizioni nelle quali due attori entrano in conflitto con un terzo, che personifica le aspetttive insoddisfatte degli altri due, che interpretano che questi debba apportare o sopperire quello che ad essi manca nella relazione. Serva da esempio la figura transgenerazionale del Bimbo/a – Coniuge, diada disfunzionale (Padre-Madre) che reclama – in maniera inconsapevole – un terzo (Figlio/a) che dia una risposta al malessere che afflige la relazione; chiaro esempio di triangolazione.

La triangolazione, come abbiamo visto, esiste in tutti i sistemi familiari, il che non costituisce di per sé un male. Tuttavia quanto più intensa è una triangolazione, tanto più nefasta sarà la dinamica cui darà vita e, infine, tanto più probabile sarà l’ apparire di problemi come l’abuso e la violenza. In queste situazioni gli attori finiscono per essere prigionieri di questa dinamica, allontanandosi dalla differenziazione che apporterebbe loro uno sviluppo sano e normale. In questo senso Anne Ancelin Schutzenberger, psicologa francese e figura chiave nello studio transgenerazionale, assicurò che la unità dei membri di un gruppo dipende dalla loro lealtà. E si riferì anche al concetto di giustizia familiare. Quando questa manca, lo squilibrio che ne nasce porta all’abuso di un membro della famiglia sugli altri.

Esistono molti tipi di coalizioni. Doris Langlois, specialista in psicogenealogia stabilisce tre forme basilari nella relazione Madre-Padre-Figlio/a, nelle quali due attori si uniscono contro il terzo, sommando i loro poteri per alterare l’equilibrio del sistema. In queste tre forme basilari di coalizione, Langlois parte dal presupposto di un sistema matriarcale, nel quale la Madre detiene maggior potere del Padre nell’ambito del nucleo familiare.

In primo luogo la coalizione conservatrice. In essa Padre e Madre si associano per esercitare l’autorità dei genitori sul figlio. Questa coalizione non minaccia la gerarchia stabilita. In secondo luogo la coalizione rivoluzionaria. In essa Padre e Figlio uniscono le loro forze ed i loro territorio contro l’autorità della Madre. E’ rivoluzionaria perché la mera accettazione da parte del Padre di questa relazione con il Figlio vulnera o tende a vulnerare il potere della Madre. Per ultima, la coalizione illegittima. In questo caso la Madre, che è la persona che detiene il maggior potere in seno alla famiglia, unisce le sue forze a quelle del Figlio per soffocare la legittima autorità del Padre. Nell’unire le forze con il Figlio, la Madre discredita il Padre, che non ha nessuna possibilità di far fronte al potere sorto dalla coalzione. Altre volte, come nel caso di genitori assenti, che delegano la cura e la responsabilità dei figli all’altro genitore, o ai nonni, la omissione nell’esercizio di un ruolo lascia campo libero alla nascita di una coalizione legittima, poiché risulta facile usurpare una autorità che non è esercitata.

Quando i discendenti di un clan si vedono obbligati a continuare guerre e storie di cui ignorano le radici, non sono capaci di comprendere e vivere la loro vita pienamente. Scrutare e comprendere le dinamiche familiari (diadi, tiradi, alleanze e coalizioni) del nostro clan familiare è di per sé stesso un esercizio risanatore perché rivela affinità, traumi, dolori non realizzati e trappole; però, soprattutto, ci permette di prendere coscienza per poter passare all’azione con l’aiuto di un terapeuta in Decodifica Biologica – BioDecodificazione – BioNeuroEmozione e sanare quei segreti dell’albero, quelle ferite transegenerazionali non cicatrizzate que si ripetono di generazione in generazione.